TABELLA DM 10/08/2018 - Nuovi limiti quantitativi in vigore dal 1 novembre 2018
La celiachia (detta anche malattia celiaca) è una malattia permanente dell’apparato digerente che danneggia l’intestino tenue ed interferisce con l’assorbimento
dei nutrienti presenti negli alimenti. Le persone affette da celiachia sono
intolleranti al glutine, una proteina contenuta nel grano, nell’orzo e nella segale.
Il glutine si trova principalmente negli alimenti, ma se ne trovano tracce anche nei prodotti di uso comune come i farmaci, gli integratori o il burro di cacao.
Quando le persone affette da celiachia assumono alimenti o usano prodotti che contengono glutine, il loro sistema immunitario reagisce danneggiando o distruggendo i
villi intestinali, le piccole protuberanze a forma di dito che costituiscono la mucosa intestinale. I villi, di solito, consentono l’assorbimento delle sostanze nutritive
che attraversando la parete dell’intestino tenue vanno a finire nel sangue. Se i villi non funzionano bene la persona manifesta sintomi da malnutrizione, anche se
apparentemente si alimenta con regolarità.
La celiachia può essere vista sia come una malattia di malassorbimento (cioè dovuta al fatto che le sostanze nutritive non vengono assorbite correttamente), sia come
una reazione immunitaria anomala al glutine; si trasmette per via genetica, cioè può colpire i membri della stessa famiglia e, a volte, si manifesta per la prima volta
già in età avanzata o dopo un intervento chirurgico, o ancora dopo la gravidanza o il parto, dopo un’infezione virale o uno stress emotivo molto forte.
E’ una malattia molto diffusa: solo in Italia, sono oltre 170 mila i casi di celiachia accertati e, di questi, oltre 120 mila sono donne, elemento che ha evidenziato
come questa sia una malattia prevalentemente femminile.
Il numero delle persone affette da celiachia è aumentato di oltre il 15 per cento dal 2012 al 2014. È quanto emerge dalla
“Relazione annuale al Parlamento”,
pubblicata sul sito del Ministero della Salute.
Un’indagine che stabilisce anche come la celiachia sia una malattia sociale, perché «investe la famiglia, la scuola, le strutture sanitarie e il mondo del lavoro».
Da qui la decisione di inserirla nel programma statistico nazionale, per approfondire meglio i meccanismi responsabili dello sviluppo di questa patologia e delle
sue temibili complicanze.
Nel 2014, il Ministero ha stanziato 950mila euro per la fornitura di pasti senza glutine nelle mense scolastiche, pubbliche e negli ospedali. Alla formazione del
personale di mense e alberghi sono stati destinati, invece, 43mila euro.
I SINTOMI
I sintomi della celiachia variano da persona a persona; possono colpire l’apparato digerente oppure altre parti dell’organismo, quelli collegati al tratto digerente
sono più frequenti nei neonati e nei bambini piccoli e possono comprendere:
- gonfiore e dolore addominale
- dissenteria
- vomito
- costipazione
- feci pallide, maleodoranti o oleose
- dimagrimento
Un altro sintomo frequente nei bambini è l’irritabilità.
Il cattivo assorbimento delle sostanze nutritive, proprio in quel periodo in cui la nutrizione è più importante per la crescita e lo sviluppo normale del bambino,
può dare origine ad altri problemi, come ad esempio difficoltà di sviluppo nei neonati, ritardi nella crescita e bassa statura, ritardi nella pubertà e difetti dello
smalto dentale nei denti definitivi.
Gli adulti hanno meno probabilità di soffrire di sintomi all’apparato digerente, ma possono soffrire anche di uno o più dei sintomi seguenti:
- anemia sideropenica (da mancanza di ferro), apparentemente inspiegabile
- affaticamento
- dolore alle ossa o alle articolazioni
- artrite
- fragilità ossea o osteoporosi
- depressione o ansia
- formicolio e intorpidimento delle mani e dei piedi
- convulsioni
- assenza di mestruazioni
- sterilità o aborti spontanei ricorrenti
- stomatite aftosa nella cavità orale
- eruzione cutanea pruriginosa (dermatite erpetiforme)
La celiachia può manifestarsi anche in maniera asintomatica; tuttavia, nel tempo, si potrebbero comunque sviluppare complicazioni, come: malnutrizione (che può causare,
tra gli altri, anche anemia, osteoporosi e aborti spontanei), problemi al fegato e tumori dell’intestino.
LA DIAGNOSI
Riconoscere la celiachia può essere difficile, perché alcuni dei suoi sintomi sono simili a quelli di altre malattie. Può essere ad esempio scambiata per sindrome del
colon irritabile, per anemia da carenza di ferro causata dal ciclo mestruale, per infiammazione dell’intestino, per diverticolite, per infezione intestinale o per la
sindrome da stanchezza cronica. La conseguenza è che la celiachia possa essere sottovalutata anche per molto tempo.
Le diagnosi di celiachia sono in rapido aumento, perché i medici sono più consapevoli dell’estrema varietà dei sintomi della malattia e ora hanno a disposizione tecniche
di analisi del sangue mirate e più affidabili.
In caso di sospetto, rivolgetevi al vostro medico di fiducia o ad un ematologo.
Verrete sottoposti ad uno screening iniziale con l’esecuzione di test seriologici sul sangue, mirati alla ricerca delle molecole che sono espressione della malattia celiaca;
in caso di positività, verrete sottoposti anche ad una biopsia intestinale a conferma.
Un test rapido, di primissimo screening, può essere acquistato anche in farmacia.
CURA E TERAPIA
L’unica cura possibile per la celiachia è una dieta priva di glutine.
I medici possono suggerire alla persona cui è appena stata diagnosticata la celiachia di rivolgersi a un dietologo per elaborare una dieta senza glutine.
Le persone celiache hanno necessità di riabituarsi a mangiare, imparando a leggere le etichette degli alimenti ed identificando quali contengono glutine, per poter
compiere scelte informate al supermercato o quando mangiano fuori casa.
Oggi è diventato più facile per il paziente celiaco avere una “vita alimentare” congrua anche fuori casa, perché sempre più sono i ristoranti, le pizzerie o le
pasticcerie che propongono prodotti dedicati.
Per la maggior parte dei pazienti, la dieta farà scomparire i sintomi, curerà i danni intestinali precedenti e potrà prevenire peggioramenti. I miglioramenti cominceranno
dopo pochi giorni dall’inizio della dieta. L’intestino tenue di solito guarisce in un periodo che va dai tre ai sei mesi nei bambini, ma potrebbe impiegare diversi anni
nel caso degli adulti. Guarigione dell’intestino significa che i villi intestinali ritorneranno ad assorbire le sostanze nutritive dagli alimenti e le trasferiranno
correttamente nel sangue.
Per stare in salute, le persone celiache devono evitare il glutine per tutto il resto della vita. Anche una piccola quantità di glutine può danneggiare l’intestino tenue.
Il danno si verificherà in tutti coloro che sono affetti dalla malattia, comprese le persone che non presentano sintomi evidenti.
Al paziente celiaco certificato, viene riconosciuto un piano terapeutico annuale, tramite il quale, si potrà recare alla ASL per ritirare i buoni mensili di prelevamento
che gli consentono di acquistare mensilmente (per un importo pari al massimo ad Euro 70,00 ad Euro 99,00 per le donne 140,00 Euro per gli uomini), i prodotti privi di
glutine venduti nelle farmacie e nei negozi autorizzati alla vendita
Fonte: farmacoecura.it e corriere.it